Una Giornata al Castello di Miradolo e all’Abbazia di Staffarda
(13 marzo 2016)

Domenica 13 marzo si è svolta con successo la gita organizzata dalla nostra Associazione al Castello di Miradolo per visitare la mostra “Caravaggio e il suo tempo”, il castello stesso – un maniero di forme neogotiche, con annesso il suo vasto parco ottocentesco ottimamente restaurato e utilizzato dalla Fondazione Cosso per eventi di livello internazionale – e per una visita guidata all’Abbazia di Santa Maria di Staffarda, uno dei maggiori monumenti medioevali del Piemonte ottimamente conservata.

Come ormai consuetudine, il resoconto della gita è affidato alla penna della nostra socia Teresita Rosso, che con vera passione ci descrive le emozioni che ha suscitato l’incontro con opere d’arte di così alto livello:

Un fuorilegge passionale

Dalla vita violenta, irrequieta e tragicamente breve, quest’artista ha investito la pittura di una duplice carica emotiva che combina, da un lato, una totale adesione alla realtà e dall’altro una analisi dello stato umano sia fisico che emotivo, attraverso un uso rivoluzionario della luce.

Una luce che accende e enfatizza gesti, cose, espressioni così da sottolineare la dinamicità e drammaticità dell’azione.

Emblematica è l’opera “La Maddalena penitente“: un’immagine colta e fissata con subitanea intuizione, con un’immediatezza che sa cogliere l’attimo decisivo per rivelare l’espressione del pentimento.

Intorno alla Maddalena ecco circa 40 capolavori di artisti che si sono lasciati ammaliare dalla realtà caravaggesca.

S’impone all’attenzione la “Cleopatra” di Artemisia Gentileschi, pittrice che riesce a rappresentare intensamente la carne e il dolore che pulsa.

Tutto ciò è stato oggetto di una emozionante fruizione al Castello di Miradolo, maniero neogotico contornato da un giardino ottocentesco, all’imbocco della Val Chisone.

… E poi… Due passi in “un’atmosfera d’altri tempi“:  l’Abbazia di Santa Maria di Staffarda.

staffardaAbbazia” è una parola di grande effetto evocativo. Richiama allo spirito spazi silenti, chiostri sereni, luoghi di preghiera, di operosità intellettiva e distacco dal mondo.

A questa raffigurazione si ispira l’Abbazia di Staffarda sorta nel solco della prorompente diffusione dell’ordine cistercense, ma sempre ispirata alla Regole di San Bernardo che guidò nel VI secolo tutte le esperienze del monachesimo occidentale.

Esempio suggestivo di un mondo che all’epoca rappresentava un raro esempio di dedizione alla preghiera, di austerità, di stretta osservanza delle regole, di attaccamento al lavoro, ma insieme di influente presenza nella società del tempo.

Teresita Rosso

 

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